Rette CRA: la Regione Emilia-Romagna stanzia risorse aggiuntive a bilancio, 10 milioni di euro, per contemperare gli aumenti delle rette nelle Case di residenza per anziani. In accordo con Anci e Sindacati. La Regione assegnerà lo stanziamento ai Comuni attraverso il Fondo sociale regionale per sostenere utenti e famiglie con redditi medio-bassi e bassi.
Regione, Sindacati Cgil Cisl e Uil, Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Emilia Romagna e Anci hanno sottoscritto l’accordo il 31 maggio. L’impegno economico straordinario programmato dalla Regione consente agli ospiti delle case residenza per anziani non autosufficienti di non subire gli aumenti delle rette per il 2024. Si potrà contare su una diminuzione di 4,10 euro al giorno (per un totale indicativo annuale superiore a 1.300 euro) nel caso in cui abbiano un Isee sociosanitario di valore uguale o inferiore a 12.000 euro. E non siano già destinatari di riduzione della compartecipazione alla spesa del servizio da parte del Comune di residenza.
Anche coloro che hanno un Isee sociosanitario residenze di valore inferiore o uguale a 20.000 euro potranno contare su una riduzione della retta di frequenza pari a 3 euro al giorno. Tutte le persone attualmente inserite presso una casa residenza per anziani accreditata e contrattualizzata, o coloro che hanno avuto inserimenti in queste strutture nel corso del 2024. Anche nel caso si siano conclusi, verranno contattati e invitati a predisporre l’Isee sociosanitario residenze, che dovrà essere predisposto entro il 20 settembre 2024.
Rette CRA, Sindacati: recuperata la frattura con la Regione
“Manteniamo gli impegni presi. Il nostro è un investimento in continua crescita sulle politiche sociali per garantire la qualità del servizio insieme alla sostenibilità del sistema”. Così l’assessore regionale al Welfare in Emilia-Romagna Igor Taruffi ha commentato la fumata bianca di ieri con Anci e sindacati sulle rette delle Rsa. Cgil, Cisl e Uil e le loro sigle dei pensionati esprimono soddisfazione per l’accordo applicativo. “Si recupera così in modo sostanziale la frattura determinata dalla decisione unilaterale della Regione di aumentare le rette”, affermano i sindacati.