Invecchiamento attivo e silver economy: è stato presentato a Milano, alla Libreria Egea-Bocconi il volume “I quattro cavalli – Stato, mercato, ambiente e welfare” a cura del segretario generale Uilp Campania Biagio Ciccone.
All’iniziativa hanno partecipato, oltre a Ciccone, Serena Bontempelli, segretaria generale UILP Lombardia; Katia Arrighi, segretario generale OINP; Elena Biffi, economista, esperta di finanza e tematiche ESG; Emmanuel Conte, assessore al Bilancio del Comune di Milano; Francesco Stasio, responsabile regionale OINP per le relazioni istituzionali della Liguria. Ha concluso i lavori Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil Pensionati. Ha moderato l’incontro Tonia Cartolano, giornalista SKY TG24.
Invecchiamento attivo e silver economy, quali le considerazioni?
Le considerazioni affrontate nel volume sull’invecchiamento attivo hanno l’obiettivo di offrire una diversa prospettiva di azione affinché possa esserci un intervento concreto che, come dimostrano altri casi di studio, in primis il Portogallo, è fattibile e alla portata dell’Italia.
“È necessario e urgente passare da una concezione di welfare inteso unicamente come spesa, a un welfare inteso come investimento in servizi di qualità per la persona. Condizione necessaria è la cooperazione fra il settore pubblico, quello privato e i singoli individui sfruttando tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
“La necessità di assicurare una previdenza sostenibile ed equa è urgente considerando che la generazione che accede adesso al mercato del lavoro in Italia andrà in pensione mediamente a 71 anni, mentre ora è possibile (sempre in media) a 61,8 anni; gli importi percepiti, inoltre, saranno più bassi, perché a coloro che sono entrati nel mondo del lavoro dopo il 1995 sarà applicato il sistema contributivo puro – dichiara Ciccone – La realizzazione del cosiddetto Ecosistema d’argento, che si descrive nel libro, garantisce lo sviluppo di un sistema sostenibile in cui la silver economy diventa un volano di crescita economica e di inclusività in una società che diventa sempre più anziana, con un tasso di natalità che si avvicina allo zero”.
I dati nazionali:
I dati nazionali sull’invecchiamento: nel 2050 la popolazione italiana si attesterebbe a 54,1milioni. Numero che dovrebbe continuare a ridursi raggiungendo nel 2070 i 47,6 milioni. Ne consegue una riduzione anche della fascia di popolazione in età attiva, che passerà da 38,1 a 25,8 milioni, con un calo pari a -32%. Diminuirà del 28% la quota di popolazione più giovane, che scenderà da 7,7 a 5,5 milioni di individui e contestualmente, a fronte dell’incremento della popolazione anziana, che passerà dai 13,9 milioni attuali arriverà a 16,3 milioni. Secondo le previsioni, nel 2070 più di un italiano su tre avrà più di 65 anni, mentre il peso della popolazione in età attiva passerà dal 63,8% al 54,1%.
La speranza di vita alla nascita è prevista aumentare di 7,2 anni per gli uomini, passando da 79,3 anni del 2020 a 86,5 anni del 2070; per le donne l’indicatore per lo stesso periodo raggiungerà un valore pari a 89,5 anni con un incremento di 5,4 anni. Per quanto riguarda le condizioni di salute, i dati raccolti tra il 2017 e 2020 da Passi D’Argento (un sistema di sorveglianza della popolazione con più di 64 anni e che vede coinvolte 17 regioni) stimano che nel 2020 i malati cronici anziani sono pari a 11 milioni di persone (l’80% della popolazione di riferimento).
Salute e welfare:
Più della metà della popolazione anziana presenta almeno due malattie croniche, mentre si dichiarano in buona salute circa due anziani su cinque. La presenza di malattie croniche negli anziani è più frequente fra le donne e le persone con basso livello di istruzione. Il 10% degli anziani disabili riceve aiuto a domicilio da operatori socio-sanitari. La percentuale cala al 3% tra gli anziani fragili. Il progressivo invecchiamento della popolazione ha generato significativi effetti sul sistema del welfare. Questo in ragione del crescente bisogno di assistenza sanitaria legato alla cura delle patologie croniche, ma anche sull’aspetto della socialità. Questo perchè gli anziani possono soffrire maggiormente della condizione di isolamento sociale. Nel 2020 in Italia sono stimati in poco più di 4milioni gli anziani che vivono soli, di cui il 73% sono donne.