Studio della UIL-Servizio Politiche Territoriali

Le famiglie Italiane pagheranno nel 2007, mediamente, 136,35 euro l’anno ai Comuni per l’ICI sulla prima casa (-4,2% rispetto allo scorso anno). E’ quanto emerge dalla terza indagine UIL, Servizio Politiche Territoriali, che ha elaborato il costo dell’Imposta Comunale sugli Immobili in 104 Città Capoluogo di Provincia. Questa somma è riferita al calcolo della media di immobili accatastati in A/2 e A/3. Infatti mediamente si pagano 185,74 euro per un casa accatastata in A/2 e 86,96 euro per una casa accatastata in A/3. L’indagine ha preso a campione- spiega Guglielmo Loy , Segretario Confederale UIL- il costo annuo dell’imposta riferita alla media di un appartamento di 80 mq., categoria A/2 (abitazione civile) ed A/3 (abitazione economica e popolare) che è il taglio medio delle Città Capoluogo, analizzandone le rendite catastali rapportate a 5/6 vani e siti in zona censuaria semiperiferica. Dopo anni in cui si è assistito al consueto balletto delle aliquote al rialzo per l’abitazione principale, da quest’anno la situazione sembra in controtendenza. Nel combinato disposto tra aliquote e detrazioni per l’abitazione principale, nel 2007, per il campione preso in considerazione, cioè una famiglia composta da due lavoratori dipendenti, con due figli a carico, con un’unica abitazione di proprietà di 80 mq. ed un reddito annuo lordo totale di 36.000 euro (21.000 euro e 15.000 euro), pari ad un reddito ISEE di 17.812 euro, l’ICI sulla prima casa diminuisce in 36 Città mentre aumenta in 3 Città (Prato, Rimini, Foggia) Infatti nel 2007- commenta Guglielmo Loy- soltanto 1 Città ha aumentato l’aliquota per la prima casa (Pesaro +0,3 per mille, innalzando però di 13 euro la detrazione per la prima casa), mentre 30 Città ne hanno diminuito l’aliquota, tra cui Milano, Trieste, Roma, Napoli, Bari, Catanzaro, e Cagliari. L’aliquota media applicata quest’anno per l’abitazione principale è del 4,98 per mille, (5,11 per mille nel 2006). 3 Città (Carrara,Taranto ed Enna) applicano l’aliquota massima del 7 per mille per l’abitazione principale. Ma il calcolo ICI sulla prima casa è legato, non soltanto alle aliquote deliberate, ma anche all’importo da portare in detrazione. Nel 2007 8 Città hanno innalzato l’importo della detrazione sulla prima casa tra cui Firenze e Torino, mentre 2 Città, Foggia e Prato, hanno abbassato l’importo per la detrazione sulla prima casa. La media nazionale della detrazione per l’abitazione principale è di 117 euro. 68 Città hanno scelto la detrazione minima di 103,29 euro (in molti casi arrotondata a 104,00 euro), mentre 36 Città hanno deliberato una detrazione maggiorata. I Comuni, inoltre, hanno la facoltà di deliberare anche ulteriori detrazioni e/o aliquote ridotte, come hanno previsto 74 Città, nel caso in cui vi siano nuclei familiari in situazioni di disagio (anziani, cassaintegrati, giovani coppie, donne sole, nuclei familiari numerosi ecc.) o particolari abitazioni (quelle site in centri storici, abitazioni in affitto con canone concordato, oppure accatastate in A/3, A/4, ecc). E’ il caso, ad esempio, di Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano, Palermo, Perugia, Roma, Trieste, Venezia. In molte realtà comunali i benefici delle detrazioni e/o aliquote ridotte sono legati al possesso di alcuni specifici requisiti reddituali, come il reddito fiscale imponibile, il reddito ISEE, oppure per determinate categorie, come il reddito da pensione o da lavoro dipendente. Vantaggi economici, di cui a volte, i cittadini non sanno di poter beneficiare, sia per la complessità delle delibere sia per la poca trasparenza di comunicazione da parte dei Comuni. Ma sull’ICI, da parte dei Comuni, stiamo assistendo ad una politica a “doppio binario”. Se da un lato in molte realtà si diminuiscono le aliquote e/o si aumentano le detrazioni per l’abitazione principale, dall’altro si procede con aumenti dell’aliquota ordinaria (per tutte le altre tipologie di immobili). Infatti nel 2007 13 Città hanno aumentato l’aliquota ordinaria tra cui Roma, Bari, e Cagliari. L’aliquota media ordinaria applicata nel 2007 è del 6,74 per mille (6,67 per mille nel 2006). Infine soltanto 2 Città, Rimini (0,5 per mille) e Belluno (0,25% per mille) si sono avvalse della facoltà di deliberare l’imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, inserita nella Finanziaria del 2007, che prevede un ulteriore aliquota fino ad un massimo dello 0,5 per mille alla base imponibile ai fini ICI. L’ICI rappresenta la più grande fonte di finanziamento dei Comuni e rappresenta, mediamente, il 47% delle entrate tributarie locali. Le nostre stime indicano un gettito totale per tutti i Comuni nel 2007 di 11,5 Miliardi di euro di cui la metà vengono pagati con l’acconto del prossimo 18 Giugno. Per quanto riguarda il gettito per l’ICI sulla prima casa i Comuni italiani incasseranno circa 3,7 miliardi di euro equivalenti a poco meno di un terzo dell’intero gettito (32%).

CITTA’ CAPOLUOGO DI REGIONE

Esula da noi l’idea di stilare delle vere e proprie classifiche, spiega il Segretario Confederale UIL, ma dall’indagine emerge che a Bologna si paga un’ ICI media, sulla prima abitazione, di 468,50 euro (592,10 per un’abitazione in A/2 e 344,85 euro in A/3); a Roma 407,95 euro (482,90 in A/2 e 333,00 in A/3); Firenze 395,05 euro (427,60 in A/2 e 362,50 in A/3) a Milano 495,00 euro (495,00 in A/2 e 291,00 in A/3); a Genova 282,35 euro (375,90 in A/2 e 188,80 in A/3); a Napoli 218,50 euro (233,00 in A/2 e 204,00 in A/3); a Trieste 207,87 euro (268,90 in A/2 e 146,85 in A/3); Torino 191,75 euro (302,00 in A/2 e 81,50 in A/3); a Bari 173,30 euro (213,60 in A/2 e 133,00 in A/3); ad Aosta 172,60 euro (237,70 in A/2 e 107,50 in A/3); a Palermo 121,65 euro (157,30 in A/2 e 86,00 in A/3). Mano “più leggera” a Cagliari dove si paga un’ ICI media di 35,50 euro (55,00 in A/2 e 16,00 in A/3); a Catanzaro 41,10 euro (66,20 in A/2 e 16,00 in A/3); a L’Aquila 51,97 euro (72,95 in A/2 e 31,00 in A/3); a Campobasso 56,05 euro (92,60 in A/2 e 19,50 in A/3); a Bolzano 57,20 euro (92,60 in A/2 e 21,80 in A/3); a Trento 62,30 euro (94,40 in A/2 e 30,20 in A/3); a Perugia 79,60 euro (99,80 euro in A/2 e 59,40 in A/3); ad Ancona 83,80 euro (113,60 in A/2 e 54,00 in A/3); a Venezia 95,60 euro (143,40 in A/2 e 47,80 in A/3); a Potenza 107,87 euro (142,80 in A/2 e 72,95 in A/3).

CITTA’ MEDIE E PICCOLE

Se si analizzano le Città medie e piccole emerge che a Rimini si paga un’ICI media di 386,60 euro (641,60 per una abitazione in A/2 e 131,60 per una abitazione in A/3); a Pisa 355,90 euro ( 427,90 in A/2 e 283,90 in A/3); a Verona 338,90 euro (435,85 in A/2 e 242,00 in A/3); a Ferrara 268,65 euro (312,60 in A/2 e 224,70 in A/3); a Benevento 262,75 euro (319,70 in A/2 e 205,80 in A/3); a Padova 262,70 euro (329,85 in A/2 e 195,60 in A/3); a Cosenza 226,15 euro (311,55 in A/2 e 140,73 in A/3); a Salerno 224,77 euro (247,15 in A/2 e 202,40 in A/3); a Taranto 214,62 euro (276,30 in A/2 e 152,95 in A/3). E’ invece a Reggio Calabria che l’ICI pesa mediamente meno sulle famiglie con 17,50 euro (35,00 euro per abitazioni classificate in A/2 e esenzione per la tipologia in A/3); a Lecce 18,47 euro (36,95 euro in A/2 e esenzione in A/3); Teramo 27,50 euro (55,00 in A/2 e esenzione in A/3); a Messina 31,50 euro (50,00 in A/2 e 13,00 in A/3); Crotone 32,80 euro (45,80 in A/2 e 19,80 in A/3); a Trapani 41,70 euro (66,10 in A/2 e 17,30 in A/3); a Viterbo 42,50 euro (79,75 in A/2 e 5,30 in A/3); ad Asti 43,40 euro (52,60 in A/2 e 34,20 in A/3); ad Oristano 52,10 euro (82,60 in A/2 e 21,60 in A/3);a Siracusa 54,00 euro (92,00 in A/2 e 16,00 in A/3); a Vibo Valentia 55,10 euro (75,70 in A/2 e 34,50 in A/3).

Come UIL, e lo diciamo da subito, non vorremmo che con il passaggio del catasto ai Comuni si possa determinare un aumento automatico dell’ICI, a seguito della revisione degli estimi catastali. Noi, sostiene il Segretario Confederale della UIL, non siamo contro la rivalutazione delle rendite, perché da sempre sostenitori dell’equità fiscale e sociale e a favore di una politica di contrasto all’evasione fiscale. Ma tutto ciò non può andare ad incidere sulle tasche dei lavoratori e pensionati che, dopo una vita di sacrifici loro o dei loro genitori, riescono a comprarsi una casa. Per questo chiediamo al Governo, che fin da oggi sull’ICI, nell’ambito delle politiche più in generale sulla casa, si attui una politica di rimodulazione delle aliquote e/o si intervenga sul sistema delle detrazioni per la prima casa. Perché, conclude Guglielmo Loy, la proposte di modificare il calcolo dell’ICI sulla prima casa, possono essere di per se condivisibili. Ma c’è un ma: la caratteristica con cui individuare gli eventuali beneficiari degli sgravi dell’ICI, dovrà riguardare prima di tutto la ricchezza reale delle persone e non solo quella formale dichiarata. In sostanza le detrazioni per l’ICI sull’abitazione principale non dovranno essere distribuite a pioggia o con criteri che rischiano di premiare i “soliti noti”, ma con interventi selettivi a favore soprattutto dei proprietari dell’unica casa che abbiano un reddito derivante da lavoro dipendente e da pensione.