“L’eccellenza sostenibile nel nuovo welfare – Modelli di risposta top standard ai bisogni delle persone non autosufficienti.” Invecchiare non spaventa, ma perdere l’autonomia sì. È quanto emerso dalla ricerca condotta dal Censis.
Le osservazioni della Uil e della UIlp.
Se da un lato, infatti, il 65% degli italiani non teme l’invecchiamento (considerato dal 53% come un fatto naturale, mentre il restante 12% ritiene che con l’avanzare dell’età si migliori), dall’altro, pensando alla propria vecchiaia, il 43% degli italiani giovani e adulti teme l’insorgere di malattie, il 41% la non autosufficienza. Ed è proprio la perdita di autosufficienza a coincidere, per il 54% degli anziani, con la soglia di accesso alla vecchiaia; pensiero comune anche alle fasce più giovani che, come si legge nella ricerca, sono terrorizzate dalla fragilità legata all’invecchiamento: “pensando a quando saranno anziani e bisognosi di cure, il 32% di giovani e adulti si preoccupa perché non sa bene che cosa accadrà, il 22% è incerto e disorientato, e solo il 16% si sente tranquillo.”
La ricerca pone particolare attenzione alle criticità legate alla non autosufficienza, ma anche alle sfide future dell’invecchiamento attivo, questioni considerate dalla Uil e dalla Uilp tra le più rilevanti e significative del nostro tempo. Per la Uil e la Uilp, la longevità è una risorsa e una opportunità e non un problema, mentre la non autosufficienza va affrontata con misure strutturali e non emergenziali, strettamente correlate alle politiche per l’invecchiamento attivo. Tra le componenti essenziali dell’invecchiamento attivo non ci sono solo quelle legate ad un corretto stile di vita, ad adeguate politiche di prevenzione e diagnosi precoce o al potenziamento dell’offerta socio-sanitaria, ma anche quelle relative a politiche dei redditi, fiscali e previdenziali, politiche abitative e sociali e più in generale tutte quelle politiche volte a garantire ai cittadini la possibilità di invecchiare mantenendo una buona qualità della vita.
Si deve valorizzare l’importante ruolo di sostegno svolto da circa 7 milioni di anziani che, con il proprio reddito, contribuiscono economicamente alle spese delle famiglie, dei figli o dei nipoti.
È fondamentale favorire lo scambio intergenerazionale; costruire insieme, giovani e anziani, nuove modalità di condivisione e coesione sociale e creare nuovi modelli di assistenza per la popolazione anziana.
Per la Uil e la Uilp, in conclusione, è necessario dar vita a una riorganizzazione del welfare, che non riduca ma potenzi e razionalizzi l’offerta di servizi; in cui il pubblico non arretri sulla tutela dei diritti fondamentali, a partire dal diritto alla salute, e ad esso si integrino elementi di comunità e solidarietà.