Incalzante l’attività di contrattazione sociale portata avanti da Cgil, Cisl e Uil territoriali unitamente ai sindacati dei pensionati SPI, FNP e UILP con i Comuni della Marca. Presentata lo scorso gennaio, la piattaforma di contrattazione, che tocca diversi aspetti dell’attività politico-amministrativa degli enti locali, è arrivata nei tavoli di sindaci e amministratori ed è stata discussa in 65 incontri nel corso dei sei mesi successivi.
In altre parole, ogni tre giorni i rappresentanti sindacali hanno incontrato un Sindaco. Ad oggi, 40 di questi appuntamenti con i Comuni hanno condotto alla sottoscrizione di altrettanti verbali, dove, nero su bianco, le amministrazioni comunali tracciano linee programmatiche condivise con le parti sociali e formalizzano gli impegni su alcuni importanti fronti, quali: fiscalità locale, sociale, sanità territoriale, sviluppo e salvaguardia del territorio, e per le dodici Csa (Centri servizi anziani) in cui sono stati siglati gli accordi, le condizioni dell’assistenza per i non autosufficienti.
Il confronto con gli enti locali si è sviluppato sia sulle tematiche di livello comunale che su quelle sovracomunali e con le case di riposo, per arrivare a condividere ambiti di reciproco interesse e i relativi interventi. In particolare, è stata analizzata la situazione finanziaria e patrimoniale dei Comuni incontrati e la programmazione e gestione delle entrate e delle spese correnti, ci si è concentrati sul tema della governance locale e i percorsi di convenzione dei servizi tra più Comuni o forme associate, affrontando anche la questione della stazione unica appaltante e delle gare di appalto, la lotta all’evasione fiscale e la compartecipazione alla spesa sociale attraverso l’utilizzo dell’Isee.
Nella maggior parte dei Comuni si è riscontrato un comportamento virtuoso nella gestione dei bilanci: Treviso (oltre 10 milioni di euro di avanzo), Conegliano (4.651.000 euro), Vedelago (3.437.900 euro), Preganziol (2.841.600 euro), Borso del Grappa (2.344.800 euro) e altri dieci Comuni nel 2015 hanno superato il milione di euro di avanzo di amministrazione. Circa la metà dei Comuni trevigiani ha sottoscritto il patto anti-evasione con l’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza, ma poche sono, ad oggi, le segnalazioni fatte dai Comuni agli organi competenti. Per le Organizzazioni Sindacali l’impegno ad usare questo strumento di lotta all’evasione rimane uno degli obiettivi principali nella contrattazione con i Comuni, per un’azione sinergica di presidio della legalità e di recupero per le casse comunali.
Ottimi i risultati per quanto concerne le politiche di sostegno al reddito con l’applicazione in tutti i Comuni dell’indicatore della situazione reddituale e patrimoniale ISEE per i redditi tra 10.000 e 15.000 euro. E anche sull’Irpef, la maggior parte dei Comuni ha risposto positivamente alla richiesta per applicare l’esenzione ai cittadini con reddito lordo fra i 10.000 e i 15.000 euro lordi. Riguardo ai processi di aggregazione si registra un cammino difficoltoso dovuto principalmente ad aspetti culturali e/o gestionali e alla difficoltà a cedere parte delle competenze in capo alle singole amministrazione. Vanno però segnalate le esperienze positive nell’area di Montebelluna e di Pieve di Soligo, dove si sta lavorando con convenzioni su tutta una serie di servizi comunali, realizzando interessanti economie di scala, e nella Castellana con l’Unione dei Comuni della Marca. Su questo fronte, significativo il verbale firmato congiuntamente con i due Sindaci di Crespano del Grappa e Paderno del Grappa a fine maggio. Con 50 Comuni, va infine segnalato che Treviso è la prima provincia in Veneto per adesioni al nuovo servizio dell’Inps “Casellario dell’assistenza”, che raccoglie tutte le informazioni relative alle prestazioni assistenziali erogate ai cittadini al fine di programmare gli interventi sociali in maniera più rispondente ai bisogni concreti della popolazione.
Oltre agli incontri con i Comuni, Cgil, Cisl e Uil hanno sviluppato un confronto con le 12 principali Case di riposo della provincia. Nel corso degli incontri le organizzazioni sindacali hanno constatato il sostanziale mantenimento delle tariffe dell’anno precedente e gli investimenti, anche attraverso convenzioni con i singoli Comuni, per garantire una migliore assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti e per creare spazi abitativi condivisi per anziani autosufficienti (cohousing), ma anche intervenire più incisivamente sulla domiciliarità dei servizi. Sotto la lente anche le criticità: la carenza di posti letto dovuto a un aumento di richieste per anziani non auto sufficienti e la necessità di adeguare gli organici con medici specialisti in geriatria, che possano affiancare e/o sostituire i medici di base.
“Il dialogo stretto con i Comuni e con le case di riposo ci porta anche a monitorare l’attivazione del piano socio-sanitario sul territorio e la riorganizzazione delle IPAB a partire dai piani di zona prorogati al 2018 e in prospettiva per i 5 anni successivi – sottolineano Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL Treviso, Sneder Scotton, segretario FNP CISL Belluno Treviso e Mario Tozzato della UILP UIL Treviso Belluno – Sull’integrazione e la qualità dei servizi sociali-sanitari nei distretti, la realizzazione delle strutture di medicina integrata, gli ospedali di comunità per la riabilitazione e lungodegenze, la residenzialità e l’assistenza domiciliare degli anziani, l’implementazione dei LEA (Livelli Essenziali Assistenza) in tutto il territorio c’è ancora molto da fare. Registriamo, infatti, la preoccupazione degli amministratori trevigiani per questi ritardi e per quella politica di dismissione del sociale che lentamente viene perseguita nella sanità veneta”.
“L’azione di contrattazione sociale, che tratta di questioni concrete attinenti alla vita dei trevigiani, diventa sempre più anche un campo approfondimento e riflessione di carattere politico – aggiungono Giacomo Vendrame, segretario generale CGIL Treviso, Cinzia Bonan, segretario generale CISL Belluno Treviso e Brunero Zacchei della UIL Treviso Belluno – d’altronde i problemi e le questioni tra i nostri amministratori sono comuni e sono oggi proprio i corpi intermedi a fornire loro, attraverso la piattaforma, un efficace e riconosciuto strumento di conoscenza e convergenza verso una visione di interesse provinciale”.