Si è svolto lo scorso 20 aprile, presso la sede della Uil, il convegno dal titolo “Possiamo permetterci un figlio?” organizzato dal dipartimento Pari Opportunità e Politiche di genere della Uil.
Al centro del dibattito il tema della maternità e delle difficoltà legate al tentativo di conciliare i tempi di vita e lavoro in una società che costringe le donne, sempre più spesso, a dover scegliere tra la carriera e il desiderio di essere madri. All’incontro sono intervenuti Titti Di Salvo, Vice Capogruppo PD alla Camera, Renata Polverini, Vice Presidente Comm. Lavoro Camera, Franca Cipriani, Consigliera pari opportunità Ministero del Lavoro, Maria Pia Mannino, Responsabile coordinamento pari opportunità della Uil, Silvana Roseto e Guglielmo Loy, Segretari confederali Uil, Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil.
Analizzare la complessità sociale della maternità diventa dunque impellente con un Paese con il più alto tasso di denatalità dell’unione europea.
In Italia, si fanno sempre meno figli: secondo i dati Istat, nel 2015, le nascite sono state 488.000, 15.000 in meno rispetto al 2014, minimo storico dall’Unità d’Italia.
Per il quinto anno consecutivo, nel 2015 si è registrata una riduzione del numero di figli per donna, sceso a 1,35 (1,29 per le madri italiane).
Una delle principali cause della bassa natalità è costituita dagli ostacoli economici e culturali che incontrano le donne, soprattutto quando decidono di diventare madri. Altro aspetto cruciale è la precarietà lavorativa e il “non lavoro”: la decisione di avere un figlio comporta la necessità di una sicurezza e un livello minimo di reddito e, nelle coppie monoreddito, diventa sempre più difficile scegliere di fare un figlio.
Relazione di Maria Pia Mannino, Responsabile coordinamento pari opportunità della Uil
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