Negozi chiusi, città meno sicure: quali conseguenze per gli anziani? È stato questo il tema di cui si è discusso nel corso della puntata di Attenti al lupo, trasmissione di approfondimento di Tv2000 su temi quali risparmio, pensioni, fisco, sanità, spesa e alimentazione.
Nella puntata dello scorso 28 gennaio, cui è intervenuto anche Romano Bellissima, Segretario generale della Uilp, si è discusso di come la chiusura delle piccole botteghe di quartiere incide sulla vita dei residenti, in particolare sugli anziani. Nel corso degli anni, abbiamo assistito a una progressiva chiusura dei piccoli esercizi commerciali, le botteghe di quartiere, considerate non solo nella loro veste di mera attività commerciale, ma come vere e proprie infrastrutture sociali di base in grado di stabilire un legame con il territorio – il quartiere – non solo economico. A pagare le spese di questa “desertificazione commerciale dei quartieri”, a fronte del proliferare dei grandi centri commerciali localizzati (il più delle volte) fuori dai centri urbani, sono soprattutto gli anziani – ha sottolineato il Segretario generale Uilp Bellissima – penalizzati tanto negli spostamenti quanto nelle relazioni sociali.
“Nel nostro Paese” ha dichiarato Bellissima “non c’è consapevolezza del fatto che siamo una popolazione che invecchia, che oltre il 20% della popolazione ha più di 65 anni. Un fattore di cui non si tiene conto in nessun settore: dalla programmazione dei trasporti alla distribuzione dei servizi all’interno della città.” Secondo il Segretario generale della Uilp, la chiusura delle piccole attività commerciali non rappresenta solo un problema di sicurezza (strade vuote e quindi incremento della micro criminalità) ma anche di socialità, in quanto l’anziano spesso riconosce nella piccola bottega sotto casa un luogo dove poter intrecciare rapporti.
Secondo i dati presentati da Mariano Bella, Direttore Ufficio Studi Confcommercio,– ospite anch’egli della trasmissione – ogni anno sul commercio al dettaglio il nostro Paese perde circa 20 mila attività.
I negozi chiudono perché i consumi crollano a causa della crisi economica. Infatti sono circa 17 milioni le persone che hanno perso potere d’acquisto in Italia. È stimato che dal 2007 al 2014 c’è stata una perdita di reddito disponibile annuo, pro capite, di circa 2.500 euro. “In tale contesto” – ha proseguito Romano Bellissima – “si inseriscono i pensionati, la cui povertà (come certificato dall’Istat) è in crescita esponenziale e la mancata tutela delle pensioni, che negli ultimi 20 anni hanno perso oltre il 30% del loro potere di acquisto, è da annoverare tra i fattori determinanti la crisi dei consumi”.
Un simile scenario conferma la validità delle richieste avanzate dalla Uilp per aumentare il potere d’acquisto di anziani e pensionati, a partire dall’erogazione del bonus di 80 euro anche per queste categorie di cittadini.